Organizzato da ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, Dipartimento Ambiente e Salute, ASSOCIAZIONE ITALIANA DI EPIDEMIOLOGIA (AIE), EPIDEMIOLOGIA & PRECARIATO e AIE GIOVANI.

Gli studi epidemiologici “speciali”

Saranno presentati in questo workshop alcuni tipi di studi epidemiologici “speciali”, ovvero studi che hanno un’applicazione in ambiti particolari, quali ad esempio la farmaco-epidemiologia e l’epidemiologia molecolare e genetica. Nello specifico, saranno trattati gli studi basati su soli casi (Self Controlled Case-Series e Case-Cross Over) e quelli che utilizzano in maniera differente coorti esistenti (Nested Case-Control e Case-Cohort).

L’elemento caratterizzante dei disegni basati solo sui casi è che tutta l’informazione dello studio è fornita dai soggetti che hanno sviluppato l’evento di interesse. Come diceva Malcom Maclure, che ha proposto lo studio Case-Cross over, la domanda alla quale cerca di rispondere questo disegno è la seguente: “L’evento è stato scatenato da qualcosa di inusuale che si è verificato poco prima della sua insorgenza”? Una domanda non molto diversa da quella che ha affrontato Paddy Farrington con la proposta del Self Controlled Case-Series, anche se con una prospettiva più simile a uno studio di coorte. I due disegni di studio – applicati agli incidenti stradali o alle reazioni avverse ai vaccini, all’insorgenza di infarti del miocardio o di una recidiva di sclerosi multipla – hanno in comune la capacità di controllare l’effetto dei fattori di confondimento legati a caratteristiche individuali non misurate e che non si modificano nel tempo. Nel workshop verranno discusse le specificità e le sovrapposizioni dei due disegni e presentati esempi di applicazione in diversi ambiti dell’epidemiologia.

Gli studi caso-controllo innestati nelle coorti e gli studi caso-coorte sono utili, ad esempio, in epidemiologia molecolare laddove le analisi biologiche siano troppo lunghe e costose per poter essere effettuate in tutti i soggetti della coorte. Nel workshop verranno presentate, anche tramite esempi, le caratteristiche e le differenze tra i due disegni, così come verranno discussi i possibili bias e i metodi per l’analisi statistica.

Il workshop prevederà sia lezioni frontali, sia esercitazioni pratiche con lettura di articoli.

I social media nella comunicazione della ricerca scientifica

L’attenzione dei cittadini verso i risultati della ricerca scientifica e l’impatto che questi possono avere sulla salute, come sulla vita sociale, è da sempre molto alta. Il peso crescente della ricerca nella costruzione del sapere e dei comportamenti dei cittadini, soprattutto su temi critici come la salute e l’ambiente, porta la comunicazione della scienza a costituire un fattore di sviluppo e di innovazione strategico, anche sotto il punto di vista degli investimenti.
Queste aspettative richiedono ai ricercatori di unire alle competenze tecnico-scientifiche anche una maggiore capacità comunicativa per valorizzare e accreditare autorevolmente i risultati raggiunti tra i diversi pubblici interessati.
Il workshop ha l’obiettivo di offrire una base teorica per costruire una strategia comunicativa sui social media finalizzata alla diffusione di dati e risultati delle ricerche, focalizzando l’attenzione sui linguaggi e le metodologie proprie di questi canali. Tra i temi che saranno affrontati:

  • l’utilizzo dei social media all’interno di una comunicazione integrata;
  • come funzionano i principali canali social (Fcebook- Twitter);
  • come si selezionano i contenuti: la notiziabilità della ricerca e il racconto di una storia;
  • come scrivere su Facebook- Twitter e come si delinea il piano editoriale;
  • comunicare e promuovere un evento scientifico sui i social media

La costruzione della ricerca partecipata nel campo della salute: un momento di confronto sulle opportunità e i limiti dei processi partecipativi.

La costruzione degli interventi di prevenzione e di promozione della salute affondano le loro radici nella conoscenza della struttura e delle necessità di una comunità. Come concatenare tutte le azioni, dall’ascolto alla documentazione degli interventi effettuati? In che modo la collaborazione tra figure professionali differenti può contribuire alla ricerca nel campo del benessere e della salute di un gruppo o di una comunità? Partendo dalle esperienze concrete di professionisti di promozione della salute in ambito universitario e territoriale ci confrontiamo sulle caratteristiche della ricerca partecipata, sui differenti punti di vista delle professionalità coinvolte, sulla loro complementarietà e sull’integrazione di sistemi di valutazione qualitativi e quantitativi. In particolare saranno proposte delle riflessioni sui vantaggi di un approccio partecipativo. Il workshop prevede momenti di discussione in piccoli gruppi.

 

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